Battery used Battery charging

La rivincita delle borse d’acqua calda

Immaginatevi un dispositivo di riscaldamento personale che lavori sia al chiuso che all’aperto, che possa essere portato ovunque, che richieda poca energia e che sia indipendente da infrastrutture esterne. Esiste—e ha centinaia di anni.

Le borse d’acqua calda permettono di risparmiare molti soldi ed energia senza dover rinunciare al comfort termico. Funzionano tranquillamente sia al chiuso che all’aperto. Illustrazione: Marie Verdeil.
Le borse d’acqua calda permettono di risparmiare molti soldi ed energia senza dover rinunciare al comfort termico. Funzionano tranquillamente sia al chiuso che all’aperto. Illustrazione: Marie Verdeil.
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Una borsa d’acqua calda è un contenitore di vari materiali che può essere chiuso ermeticamente, riempito con acqua calda e spesso ricoperto di materiale tessile per essere appoggiato alla parte del corpo che si desidera riscaldare.

Ci sono posti in cui le borse d’acqua calda sono oggetti ancora oggi di uso comune—come il Regno Unito e il Giappone—ma è per lo più dimenticata o sconosciuta nella maggior parte del mondo industrializzato. Chi la conosce la associa spesso ad una funzione di alleviazione del dolore invece che ad una di riscaldamento, o più semplicemente considera il suo utilizzo una pratica obsoleta adatta alle persone meno abbienti e agli anziani. Ciononostante, quando inviai borse d’acqua calda come regali di Natale ad amici e parenti, le reazioni furono praticamente tutte entusiatiche.

Le persone si dimostrano molto sorprese che un oggetto tanto semplice possa regalare un tale comfort. Dal momento che non ho nè abbastanza tempo nè abbastanza denaro per inviare borse d’acqua calda a tutti, ho deciso di scrivere questo articolo. L’ho scritto basandomi principalmente sulla mia esperienza personale – continuo ad usare le borse d’acqua calda da tanti anni ormai e tutt’ora sono la sola fonte di calore nel mio appartamento

La storia delle borse d’acqua calda

L’inventore croato Eduard Penkala brevettò la borsa d’acqua calda in gomma battezzandola “Termofor” nel 1903. A dire la verità, non fu un’idea scaturita dal nulla. La storia delle borse d’acqua calda risale infatti a migliaia di anni fa, anche se con aspetto diverso da quello odierno.

Borse d’acqua calda in gomma fabbricate in Germania (1925-35). Fonte: Museum Rotterdam.
Borse d’acqua calda in gomma fabbricate in Germania (1925-35). Fonte: Museum Rotterdam.
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Le prime “borse d’acqua calda” – definizione quasi letterale – erano gli altri esseri umani e gli animali. Da tempo immemore, le persone si sono riscaldate a vicenda abbracciandosi e rannicchiandosi in compagnia. Era d’uso, ad esempio, che l’intera famiglia, si coricasse nel medesimo letto – assieme ad eventuali ospiti. 1 Si sfruttava anche il calore prodotto dagli animali – vere e proprie “borse d’acqua calda” naturalmente ricoperte di pelliccia.

Ci si accucciava vicino a vacche o maiali, con i quali a volte si condivideva l’abitazione o che erano in strutture sottostanti la casa. Nel diciottesimo secolo, le donne benestanti avevano particolari razze di “cani da grembo” – barboncini Poddle – per mantenere calde gambe e mani. 2 I dispositivi personali di riscaldamento assumevano forma di oggetti d’uso comune – pietre, mattoni, patate – solitamente riscaldati sul fuoco o vicino ad esso, avvolti in panni o in fogli di carta e tenuti in grembo, in tasca o sotto al lenzuolo.

Già nel 1500, le persone iniziavano ad usare diversi tipi di contenitori portatili in grado di contenere la brace. Questi dispositivi venivano usati per riscaldare piedi, mani e lenzuoli. 3 La maggioranza di questi contenitori era fatta di metallo, rame o ottone e incapsulati all’interno di un guscio ceramico o legnoso per evitare bruciature della pelle. Col passare del tempo, la brace fu sostituita da acqua calda, un metodo certamente più pulito e sicuro per conservare e trasportare il calore.

All’inizio, le prime borse d’acqua calda “propriamente dette” erano costituite di materiali come vetro, metallo o ceramica. Solo con l’invenzione della gomma vulcanizzata nel diciannovesimo secolo divennero disponibili borse d’acqua calda più comode, morbide e leggere. Alcuni amici spagnoli mi hanno raccontato che anticamente le borse d’acqua calda erano ricavate da pelli di animali, ma non sono riuscito a verificare la veridicità di quest’informazione. Potrebbe comunque essere vero, dal momento che in tutto il mondo c’è la consolidata tradizione di usare contenitori in pelle per conservare i liquidi.

Esempio di borsa d’acqua calda d’uso comune nelle case della metà del ventesimo secolo prima dell’introduzione di quelle in gomma. (1940s, Melbourne, Australia). Fonte: Victorian Collections. https://victoriancollections.net.au/items/5a2622e921ea6a17dcba0799.
Esempio di borsa d’acqua calda d’uso comune nelle case della metà del ventesimo secolo prima dell’introduzione di quelle in gomma. (1940s, Melbourne, Australia). Fonte: Victorian Collections. https://victoriancollections.net.au/items/5a2622e921ea6a17dcba0799.
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Un contenitore per fomentazione è riempito di acqua calda e utilizzato praticamente come una borsa d’acqua calda per riscaldare le parti del corpo. La fomentazione è una tecnica di terapia locale che consiste nel trattare la pelle con liquidi, generalmente caldi. Questo contenitore dalla forma ovale è ricurvo per meglio adattarsi alle forme del corpo. Costruttore: Kenworthy Son and Company. Provenienza: Southport, Sefton, Merseyside, Inghilterra, Regno Unito. Fonte: Science Museum, Londra. (CC BY 4.0). https://wellcomecollection.org/works/gf42542b.
Un contenitore per fomentazione è riempito di acqua calda e utilizzato praticamente come una borsa d’acqua calda per riscaldare le parti del corpo. La fomentazione è una tecnica di terapia locale che consiste nel trattare la pelle con liquidi, generalmente caldi. Questo contenitore dalla forma ovale è ricurvo per meglio adattarsi alle forme del corpo. Costruttore: Kenworthy Son and Company. Provenienza: Southport, Sefton, Merseyside, Inghilterra, Regno Unito. Fonte: Science Museum, Londra. (CC BY 4.0). https://wellcomecollection.org/works/gf42542b.
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Borsa d’acqua calda di forma esagonale, Austria, 1791-1798. Questa borsa d’acqua calda esagonale è fatta in peltro e riporta incisioni a tema arcadico. Fonte: Science Museum, Londra. (CC BY 4.0). https://wellcomecollection.org/works/b452vwjm.
Borsa d’acqua calda di forma esagonale, Austria, 1791-1798. Questa borsa d’acqua calda esagonale è fatta in peltro e riporta incisioni a tema arcadico. Fonte: Science Museum, Londra. (CC BY 4.0). https://wellcomecollection.org/works/b452vwjm.
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Questo scaldapiedi (fabbricato nel 1927) era usato per riscaldare i pazienti in degenza presso le strutture ospedaliere. Lo scaldapiedi, fatto di ferro stagnato, veniva riempito di acqua calda e chiuso con un tappo di sughero. Provenienza: Glasgow, Scozia, Regno Unito. Fonte: Science Museum, Londra. (CC BY 4.0). https://wellcomecollection.org/works/mfjujndv
Questo scaldapiedi (fabbricato nel 1927) era usato per riscaldare i pazienti in degenza presso le strutture ospedaliere. Lo scaldapiedi, fatto di ferro stagnato, veniva riempito di acqua calda e chiuso con un tappo di sughero. Provenienza: Glasgow, Scozia, Regno Unito. Fonte: Science Museum, Londra. (CC BY 4.0). https://wellcomecollection.org/works/mfjujndv
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Scaldapiedi francese, datazione sconosciuta.  Fonte: Musée Départemental Albert Demard
Scaldapiedi francese, datazione sconosciuta. Fonte: Musée Départemental Albert Demard
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Le borse d’acqua calda oggi

La borsa d’acqua calda commercialmente disponibile oggi è solitamente fatta in gomma o PVC. Quest’ultimo materiale in particolare presenta alcuni vantaggi. É in genere più economico e può essere trasparente, tuttavia, al contrario della gomma, contiene sostanze tossiche (impiegate per rendere il composto flessibile). Una terza opzione – un po’ più complicata da reperire – è costituita dalle borse d’acqua calda senza ammorbidenti chimici, che sono però rigide e non flessibili.

La borsa d’acqua calda dalla forma elegante tipica giapponese – chiamata “yutampo” – è solitamente di questo tipo. Il suo utilizzo risale al quindicesimo secolo, quando veniva fabbricata in metallo o terracotta. Ovviamente qualunque contenitore sigillabile può assumere la funzione di borsa d’acqua calda. Io ad esempio ho utilizzato con ottimi risultati borracce di metallo e addirittura le comuni bottiglie in PET – delle quali parlerò più avanti.

Nonostante il loro aspetto poco interessante, ultimamente le borse d’acqua calda hanno mostrato innovazioni interessanti.

La classica borsa d’acqua calda ha una forma rettangolare e in genere può contenere fino a due litri d’acqua. Nonostante il loro aspetto poco interessante, ultimamente le borse d’acqua calda hanno mostrato innovazioni interessanti. Una prima novità è costituita da borse rettangolari di dimensioni molto minori, che contengono tra gli 0.2 e gli 0.8 litri d’acqua. A prima vista sembrerebbero maggiormente indicate per i bambini, ma possono benissimo essere utili agli adulti che possono tenerle in tasca o dentro ai vestiti.

Oggi si trovano anche borse d’acqua calda più grandi, che possono contenere fino a tre litri d’acqua o anche più. Infine, la novità di maggiore successo è costituita dalla borsa d’acqua calda a forma di hot dog: ha una lunghezza di 80 centimetri. Può essere avvolta attorno alla vita ma è perfetta per il divano o per riscaldare il materasso. Può tranquillamente essere condivisa tra due persone e la forma la rende straordinariamente confortevole. Può contenere fino a due litri d’acqua.

Borse d’acqua calda in gomma e PVC. Immmagine di Marie Verdeil.
Borse d’acqua calda in gomma e PVC. Immmagine di Marie Verdeil.
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Borsa d’acqua calda di gomma. Immagine di Marie Verdeil.
Borsa d’acqua calda di gomma. Immagine di Marie Verdeil.
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Una borsa d’acqua calda giapponese detta yutampo, fatta di plastica rigida. Fonte: All About Japan. https://allabout-japan.com/en/article/6244/
Una borsa d’acqua calda giapponese detta yutampo, fatta di plastica rigida. Fonte: All About Japan. https://allabout-japan.com/en/article/6244/
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Lo yutampo giapponese può essere ancora acquistato in metallo. Fonte: Maruka.
Lo yutampo giapponese può essere ancora acquistato in metallo. Fonte: Maruka.
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Come si usano le borse d’acqua calda?

Chi ha familiarità con le borse d’acqua calda di solito ne fa uso per riscaldare il proprio letto. Tuttavia, possono essere usate per riscaldarsi ovunque ci si trovi durante la giornata. Ciò comprende il divano ovviamente, ma ci si può anche circondare di borse d’acqua calda quando si è seduti a tavola o alla scrivania.

Personalmente uso una, due o eccezionalmente tre borse d’acqua calda simultaneamente, a seconda della temperatura interna dell’abitazione. Do solito le posiziono sulle cosce, dietro la schiena e/o sotto i piedi. Nonostante siano solo alcune parti del corpo ad essere riscaldate, il calore delle borse è distribuito per tutto il corpo attraverso il flusso sanguigno.

Le borse d’acqua calda possono essere utilizzate in combinazione con una coperta, che aumenta ulteriormente il comfort termico. Se copro la parte inferiore del corpo con una coperta mentre sono seduto alla scrivania, il calore viene intrappolato e la borsa d’acqua calda mantiene la temperatura più a lungo.

Meglio ancora l’uso di una coperta con un foro al cemtro per la testa – tipo poncho – o una coperta dotata di maniche. Se è sufficientemente grande, si crea una struttura a tenda che intrappola il microclima caldo generato dalla borsa. Anticamente, avvolgere vestiti abbastanza lunghi attorno ad una fonte di calore personale era una pratica d’uso comune.

Una coperta intrappola il calore proveniente da una borsa d’acqua calda. Illustrazione di Marie Verdeil.
Una coperta intrappola il calore proveniente da una borsa d’acqua calda. Illustrazione di Marie Verdeil.
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Si può fare un passo ulteriore e utilizzare una coperta sufficientemente grande per avvolgere l’intero tavolo o la scrivania al quale si è seduti. Questo particolare sistema di riscaldamento è stato usato in diverse parti del mondo, solitamente impiegando brace come fonte di calore. Ne sono esempi il “kotatsu” giapponese, il “korsi” mediorientale e il “brasero de picon” spagnolo.

I primi due sono a livello del terreno – ci si siede dunque per terra – mentre l’ultimo esempio è studiato per adattarsi all’altezza di seduta del mondo occidentale. È facile costruire sistemi di riscaldamento di questo tipo – e bastano poche borse d’acqua calda come fonte di calore ottimale.

Borse d’acqua calda fuori casa e durante gli spostamenti

I sistemi sopra descritti sono funzionali solo a persone che rimangono ferme nello stesso punto. D’altro canto, la necessità di una fonte di calore esterna diminuisce quando ci si muove o si è fisicamente attivi, in quanto il nostro corpo in questi casi produce più calore.

Le borse d’acqua calda ganantiscono comfort termico anche con tutte le finestre aperte. Illustrazione di by Marie Verdeil.
Le borse d’acqua calda ganantiscono comfort termico anche con tutte le finestre aperte. Illustrazione di by Marie Verdeil.
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Le borse d’acqua calda funzionano sia all’interno che all’esterno – fermo restando che il corpo sia protetto da vento o pioggia – o dentro casa con tutte le finestre aperte. I moderni sistemi di riscaldamento centralizzati garantiscono il comfort termico attraverso il riscaldamento dell’aria in un dato ambiente, un approccio che ovviamente non funziona in spazi esterni o interni molto ventilati. Diversamente, le borse d’acqua calda trasferiscono il calore direttamente al corpo attraverso il contatto fisico (un metodo di trasferimento del calore detto “conduzione”). They heat people, not spaces.

Ciò rende le borse d’acqua calda un’alternativa sicura e sostenibile alle stufe a fungo per il dehor di bar e ristoranti. L’investimento iniziale è molto ridotto: è sufficiente dotarsi di borse d’acqua calda e di un bollitore – l’acqua può essere sempre riutilizzata. Oppure, i clienti possono portare la propria borsa d’acqua calda e riempirla direttamente al locale.

Le borse d’acqua calda costituiscono un’alternativa sicura e sostenibile alle stufe a fungo per il dehor di bar e ristoranti.

Si può portare quest’idea anche oltre e immaginare una struttura pubblica adibita alla ricarica delle borse d’acqua calda, non solo nei dehor dei locali ma in luoghi diversi come scuole, uffici e luoghi pubblici. 4 Le persone potrebbbero radunarsi vicino al distributore di acqua calda proprio come si radunano attorno ai distributori di acqua fresca.

Storicamente, le borse d’acqua calda – e i loro predecessori a brace – venivano utilizzati fuori casa. Il loro uso era comune nei mezzi di trasporto pubblico (autobus e treni) così come nelle chiese, che non erano riscaldate. Piccole borse d’acqua calda coperte in tessuto e con lacci per agevolarne il trasporto venivano messe all’interno delle maniche di pelliccia o nelle tasche. Oggigiorno, si può anche conservare l’acqua calda in contenitori sotto vuoto e versarne il contenuto in una borsa d’acqua calda anche ore dopo.

Riscaldatore in terracotta Queens Muff. Fonte: Antiques Atlas. https://www.antiques-atlas.com.
Riscaldatore in terracotta Queens Muff. Fonte: Antiques Atlas. https://www.antiques-atlas.com.
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Borsa d’acqua calda rettangolare ricurva, Francia, 1751-1810. Questa borsa d’acqua calda fatta di peltro, una lega di stagno e piombo, è decorata con incisioni di piante e uccelli e la sua forma ricurva permette di adattarsi alla forma del corpo. Fonte: Science Museum, Londra. (CC BY 4.0). https://wellcomecollection.org/works/g5ufhayn.
Borsa d’acqua calda rettangolare ricurva, Francia, 1751-1810. Questa borsa d’acqua calda fatta di peltro, una lega di stagno e piombo, è decorata con incisioni di piante e uccelli e la sua forma ricurva permette di adattarsi alla forma del corpo. Fonte: Science Museum, Londra. (CC BY 4.0). https://wellcomecollection.org/works/g5ufhayn.
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900 borse d’acqua calda al giorno: risparmio energetico

Non sorprende scoprire che vi è una scarsissima – pressochè nulla – ricerca scientifica riguardo al risparmio energetico derivante dall’utilizzo delle borse d’acqua calda. Al contrario, in tempi recenti gli scienziati hanno progettato sistemi di riscaldamento personale più sofisticati come ad esempio scrivanie e sedie elettricamente riscaldate, lampadine irradianti o cuscini riscaldati mediante batteria. 567

Tutte queste alternative paiono inutilmente più complesse se comparate alle borse d’acqua calda. L’acqua può essere riscaldata in tanti modi diversi sia high-tech che low-tech e i contenitori possono essere costruiti con materiali disponibili localmente.

Ciononostante, gli studi mostrano che i riscaldatori personali con effetto simile alle borse d’acqua calda possono risparmiare una considerevole quantità di energia mantenendo e spesso anche migliorando il comfort termico. Ad esempio, uno studio ha mostrato che abbassando la temperatura dell’aria di un ufficio da 20.5°C a 18.8°C (da 69°F a 66°F) e fornendo a ciascun impiegato una sedia riscaldata per compensare, si ottiene una diminuzione della spesa energetica del 35% e un sensibile aumento del comfort termico.

Vi sono pochi interventi all’interno dell’edificio che possono raggiungere un tale risparmio energetico a fronte di un investimento iniziale così basso, e comunque la diminuzione del livelo di temperatura dell’aria era ben lontana dall’essere eccessiva durante l’esperimento. Se i dispositivi di riscaldamento personale fossero combined with a change in clothing insulation e/o con l’uso di coperte, l’energia risparmiata potrebbe divenire ancora maggiore.

Un ulteriore metodo per capire quanta energia viene risparmiata grazie all’impiego di borse d’acqua calda è calcolare quanta energia viene spesa per prepararne una e confrontare questo dato con la spesa energetica di un sistema di riscaldamento centralizzato. Siccome le borse in PVC e gomma possono essere riempite solo fino a due terzi del loro volume per un uso sicuro e confortevole, prendiamo in considerazione un contenitore di dimensioni maggiori – 3 L – che può contenere in pratica due litri d’acqua.

La validità dei calcoli rimane anche per contenitori che possono essere riempiti completamente, come lo yutampo giapponese. Sono necessari 4,200 J per aumentare la temperatura dell’acqua di 1°C, dunque per riscaldare due litri d’acqua da 10°C a 60°C (da 50°F a 140°F) sono necessari 420 kJ o 116.7 Wh.

Annuncio pubblicitario per la borsa d’acqua calda ‘Cosimax’ della Westbrook & Thompson Ltd’s , fatte con gomma Dunlop. 1938. Science Museum / Science & Society Picture Library. Fonte: https://www.ssplprints.com/image/95677/sleep-well-hot-water-bottle-august-1938.
Annuncio pubblicitario per la borsa d’acqua calda ‘Cosimax’ della Westbrook & Thompson Ltd’s , fatte con gomma Dunlop. 1938. Science Museum / Science & Society Picture Library. Fonte: https://www.ssplprints.com/image/95677/sleep-well-hot-water-bottle-august-1938.
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In confronto, la spesa energetica media per il riscaldamento domestico a gas in Belgio – che rimane in una fascia climatica moderata – è 20,000 kWh all’anno. Partendo dal presupposto che l’impianto di riscaldamento viene impiegato per sei mesi all’anno in media in Belgio, la spesa energetica giornaliera ammonta a 109.6 kWh. Con tutta questa energia si potrebbero scaldare circa 900 borse d’acqua calda al giorno – a sufficienza per garantire comfort termico a tutto il vicinato.

Immaginiamo che quattro persone conviventi usino due borse d’acqua calda a testa simultaneamente e che le ricarichino ogni due ore durante il giorno (per una durata complessiva di 16 ore). La spesa energetica totale è inferiore a 4 kWh, circa 30 vote inferiore rispetto all’energia spesa in media per il riscaldamento di una casa belga.

Con questo non si vuole dire che le borse d’acqua calda debbano rimpiazzare completamente un sistema di riscaldamento centralizzato. Qui a Barcellona, l’inverno abbastanza corto e mite mi permette di usare le borse d’acqua calda come unico sistema di riscaldamento, poichè raramente la temperatura scende al di sotto dei 12°C (54°F) all’interno del mio appartamento senza riscaldamento.

Nei climi meno ospitali, le borse d’acqua calda possono essere utilizzate contestualmente ad un sistema di riscaldamento centralizzato. Le prime creano isole di conmfort termico per le attività con metabolismo lento, mentre il resto degli spazi interni rimane abbastanza caldo per poter essere attraversato o per potervi svolgere attività fisica.

Sicurezza

L’acqua calda è un mezzo di accumulo di calore certamente più sicuro della brace, ma non è privo di rischi e le borse d’acqua calda vanno utilizzate con attenzione. Riportano l’avviso di non utilizzare acqua al punto di ebollizione, che è un consiglio da seguire, ma l’acqua non deve per forza essere al punto di ebollizione per essere pericolosa. L’acqua ad una temperatura superiore a 60°C (140°F) può causare ustioni fino a provocare ferite abbastanza gravi.

Perciò è raccomandabile usare solo acqua calda di rubinetto o comunque acqua calda con temperatura inferiore a 60°C. Questa temperatura è sufficientemente alta da poter garantire il comfort termico e l’unico vantaggio nell’utilizzo di acqua a temperature maggiori è la necessità di ricaricare la borsa d’acqua calda meno spesso.

L’acqua troppo calda può causare danni in diversi modi. Innanzitutto, c’è sempre il pericolo di versarla nelle mani mentre si sta riempendo la borsa. Inoltre una borsa d’acqua calda in gomma o in plastica potrebbe cominciare ad avere delle pedite, dal tappo o dalle saldature.

Infine, ed è la peggiore delle ipotesi, una borsa d’acqua calda può anche scoppiare e liberare due litri di acqua ad alta temperatura sul corpo. Incidenti come questo sono rari, poichè oggi le borse d’acqua calda sono costruite seguendo certi standard di qualità del prodotto. Comunquesia, potrebbero accadere, di solito a causa del fatto che la borsa si è usurata.

La borsa d’acqua calda Jayne Mansfield venne lanciata sul mercato nel 1957. L’immagine della Mansfield — in posa da pin-up con mani dietro la nuca e con indosso un bikini di colore nero – è riprodotta in plastica color rosa pallido con un tappo a vite a mo’ di cappello e misura circa due piedi (60 cm) in altezza. Fonte: https://vintagenewsdaily.com/at-the-height-of-her-career-in-the-1950s-jayne-mansfield-even-modeled-for-this-awesome-hot-water-bottle/.
La borsa d’acqua calda Jayne Mansfield venne lanciata sul mercato nel 1957. L’immagine della Mansfield — in posa da pin-up con mani dietro la nuca e con indosso un bikini di colore nero – è riprodotta in plastica color rosa pallido con un tappo a vite a mo’ di cappello e misura circa due piedi (60 cm) in altezza. Fonte: https://vintagenewsdaily.com/at-the-height-of-her-career-in-the-1950s-jayne-mansfield-even-modeled-for-this-awesome-hot-water-bottle/.
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Per utilizzare in sicurezza borse d’acqua calda in gomma o PVC con acqua ad alte temperature, è importante sostituirle dopo alcuni anni di utilizzo e conservarle in maniera adeguata. Se si vuole usare acqua a temperature elevate, le borse in metallo sono l’opzione migliore – contenute all’interno di un astuccio per evitare bruciature da contatto con la pelle.

Comunquesia, mantenendo la temperatura dell’acqua al di sotto dei 60°C (140°F), il peggiore dei rischi possibili è quello di bagnarsi. Usando bottiglie in PET, bisogna necessariamente attenersi a questa temperatura massima, dal momento che temperature più elevate possono fondere il materiale. Inoltre, una bottiglia in PET non può più essere utilizzata per l’acqua potabile dopo che è stata usata come borsa d’acqua calda, dal momento che le alte temperature possono favorire il rilascio di agenti chimici da parte della plastica.

Uso dell’acqua e infrastrutture

Le borse d’acqua calda richiedono una fonte di acqua. É possibile riutilizzare continuamente la stessa acqua, limitando così l’impiego di acqua durante l’intera durata di vita della borsa. Tuttavia, non è questa la soluzione più pratica nella maggior parrte dei casi. Nelle moderne abitazioni, l’acqua calda può essere ottenuta da un bollitore elettrico, una pentola sul fornello o direttamente dal rubinetto.

Sebbene il rubinetto sia la fonte di acqua calda più sicura, una volta che la borsa si è raffreddata non è possibile riscaldare nuovamente l’acqua reimmettendola all’interno delle tubature. Inoltre, ci vuole tempo prima che l’acqua esca dal rubinetto alla giusta temperatura, per cui complessivamente vengono usati più di due litri d’acqua.

Concedersi docce con frequenza leggermente inferiore al solito fornisce facilmente la quantità d’acqua ed energia necessaria per un uso continuativo delle borse d’acqua calda.

Utilizzando un bollitore elettrico – o una pentola sul fornello – diventa possibile riutilizzare continuamente la stessa acqua anche se, d’altro canto, si incontrano alcuni problemi. Innanzitutto, se il bollitore non prevede un sistema di controllo della temperatura, è necessario controllare che l’acqua non raggiunga temperature troppo alte. Ho risolto questo problema inserendo la sonda di un termometro digitale nel bollitore durante il processo di riscaldamento.

Inoltre, se si riscalda l’acqua delle borse in gomma, i bollitori o le pentole in questione non possono più essere utilizzati per scopi alimentari, in quanto rilascerebbero un cattivo sapore nel cibo. Dunque o si usa un bollitore dedicato solo alle borse d’acqua calda oppure, avendo usato l’unico bollitore disponibile in casa, non è più possibile usarlo per altri scopi.

Anche se l’acqua raffreddata non venisse usata per altri scopi (come ad esempio l’idratazione delle piante) lo spreco sarebbe comunque abbastanza limitato. Una average shower consuma acqua a sufficienza per riempire 37 borse d’acqua calda. Allo stesso modo, l’energia usata per una doccia corrisonde mediamente all’energia utilizzata per scaldare 17 borse d’acqua calda (che impiegano acqua ad una temperatura maggiore di quella solitamente usata per la doccia). Di conseguenza, concedersi docce con frequenza leggermente inferiore al solito fornisce facilmente la quantità d’acqua ed energia necessaria per un uso continuativo delle borse d’acqua calda.

Borsa d’acqua calda in terracotta (1901-1910). Fonte: Auckland War Memorial Museum
Borsa d’acqua calda in terracotta (1901-1910). Fonte: Auckland War Memorial Museum
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In Giappone si offriva agli ospiti una piccola pentolina circolare di ceramica contenente combustibile, chiamata “te-aburi”. Scaldamani di rame o bronzo di pochi centimetri di diametro, spesso con fori e maniglie per il trasporto, venivano chiamati “shou lu” in Cina. Immagini di dominio pubblico. Per approfondire: https://homethingspast.com/2011/11/26/hand-warmers-muff-warmer/.
In Giappone si offriva agli ospiti una piccola pentolina circolare di ceramica contenente combustibile, chiamata “te-aburi”. Scaldamani di rame o bronzo di pochi centimetri di diametro, spesso con fori e maniglie per il trasporto, venivano chiamati “shou lu” in Cina. Immagini di dominio pubblico. Per approfondire: https://homethingspast.com/2011/11/26/hand-warmers-muff-warmer/.
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Borse del ghiaccio

Le borse d’acqua calda possono essere usate parimenti per raffreddare. In questo caso, vengono riempite di acqua fredda o messe direttamente in freezer. Il raffreddamento personale è un processo molto più efficiente del raffreddamento degli spazi abitativi. Io non possiedo condizionatori e in estate mi affido totalmente ai fans e borse del ghiaccio, con temperature solitamente al di sopra dei 30°C. Utilizzo le “borse del ghiaccio” in maniera simile alle borse d’acqua calda – le uso per dormire, vi poggio i piedi sopra o le appoggio dietro la schiena.

Per il raffreddamento utilizzo le bottiglie in PET e contenitori di metallo per bere, non borse in gomma dal momento che rischiano di indurirsi e divenire più fragili. È bene ricordarsi di non riempire completamente i contenitori – l’acqua si espande durante il congelamento – e di inserire le borse all’interno di un astuccio protettivo per evitare bruciature da ghiaccio. Inolre è bene sapere che le borse del ghiaccio tendono a sviluppare condensa all’esterno mentre il ghiaccio si scioglie – anche se questo fenomeno semplicemente tende a migliorare il raffreddamento. Così come le borse d’acqua calda, anche quelle del ghiaccio funzionano bene sia all’interno degli edifici che all’esterno.


  1. This custom was accompanied by strict rules. For example, male visitors ended up sleeping on one side of the bed, while the family’s daughters were on the other side. Source: Ekirch, A. Roger. At day’s close: night in times past. WW Norton & Company, 2006. ↩︎

  2. https://www.encompassingdesigns.com/blog/hot-water-bottlesa-thing-of-the-past ↩︎

  3. The “warming pan” or “bed warmer” was a metal container filled with hot coals and fitted with a long handle. It was slid between the bedsheets and then moved across the bed to warm all corners before someone got into it. Yet another solution to warm the bed was the so-called “bed wagon”: a wooden frame or sledge designed to hold a pot of hot coals, which was slid below the bed and covered with a metal sheet. Unlike a warming pan, the bed wagon provided warmth throughout the night. See: http://www.oldandinteresting.com/warming-the-bed.aspx ↩︎

  4. Some cities had public hot water supply systems. For example, in the first half of the twentieth century, the Dutch city of Rotterdam counted hundreds of “water distilleries” where people came to fill buckets with hot water for domestic use. China has a long and continuing tradition of providing its citizens with hot water everywhere they go – mainly for drinking. By the 1830s, hot water stores – known as “laohuzao” or “tiger stoves” – popped up in major cities all over the Yangtze river delta. Today, almost every government body, business and school administrative office in China has hot water dispensers – even high speed trains have them. Read more: https://www.sixthtone.com/news/1000919/the-history-behind-chinas-obsession-with-hot-water↩︎

  5. Verhaart, Jacob, Michal Veselý, and Wim Zeiler. “Personal heating: effectiveness and energy use.” Building Research & Information 43.3 (2015): 346-354. https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/09613218.2015.1001606 ↩︎

  6. Deng, Qihong, et al. “Human thermal sensation and comfort in a non-uniform environment with personalized heating.” Science of the total environment 578 (2017): 242-248. ↩︎

  7. Mishra, A. K., M. G. L. C. Loomans, and Jan LM Hensen. “Thermal comfort of heterogeneous and dynamic indoor conditions—An overview.” Building and Environment 109 (2016): 82-100. https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0360132316303560 ↩︎